Il “Malaffare” non è solo altolocato.

Posted: 16th aprile 2014 by @DaniloMorchio in Senza categoria
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mito_de_la_caverna

Questo lo avevo già postato il 21 settembre 2012 su Facebook , ma oggi è + attuale che mai.
 
Il malaffare non é solo politica di governo, partiti o istituzioni, il malaffare é anche qui, nelle fabbriche, dove l’amicizia porta clientelismi, dove spesso chi non fá nulla o non é capace, ma è loquace, vá avanti.
Dove chi ha stipendi alti (che siano meritati o meno), continua a guadagnare sulle spalle di chi lavora sul serio, contribuendo a tenere in piedi le cose.
Quale logica stá dietro a tutto questo ?
Perché esistono queste assurde diseguaglianze ?
Perché alcuni sono protetti in questo modo ?
Oggi è il turno della cassa integrazione, chi guadagna meno, per una logica inversa e perversa, ha il dovere di farne di più, per garantire che chi guadagna di più non perda i propri privilegi.
Ma questa è la stessa logica che fá aumentare nel mondo le differenze tra ricchi e poveri, la stessa logica per cui, nei paesi più forti, dove l’industrializzazione è più avanzata, esistono sono sempre più poveri, in contrappunto a pochissimi super-ricchi.
Una spirale, che può solo portare verso il buio economico-sociale, quel punto in cui, se i poveri non possono più acquistare i beni dei ricchi, l’economia ristagna fino a fermarsi, come un fiume in un periodo di lunga siccità.
Ma tornando a noi, si sente parlar male dello stato e del governo.
Ma quale differenza si nota tra i due sistemi, governo vs fabbrica, pubblico vs privato ?
Credete davvero di mettervi al sicuro, togliendo tempo a chi vi puó aiutare a tener duro, in favore di chi scalda da sempre le poltrone ?
Dirigenti svegliatevi ! Siete dipendenti come noi, non padroni, il vostro ruolo non è lo stesso dei vostri padroni, siete come i liberti al tempo in cui a Roma esistevano gli schiavi, a cui veniva dato un minimo agio, affinchè non si sentissero come i loro fratelli, ma sempre fratelli restavano e se gli schiavi finivano, in schiavi venivano riconvertiti.
Non crediate alle sole parole, che per quanto importanti in alcune fasi, rimangono vane in altre.
C’è bisogno di uno sforzo comune in questo momento di crisi !
Allora mettiamoci tutti in gioco, senza guardare solo al nostro tornaconto personale momentaneo.
Pensiamo al futuro, perché il passato non esiste più ed il presente è in bilico, tra il noi e il nulla.
Allora…
Distribuiamo il carico della cassa integrazione in modo equo, facciamola tutti facendone quindi tutti un pò meno. Alcune persone non fanno nulla, alcune fanno moltissimo, ma non crediate che alcuni debbano essere esentati per la loro indispensabitá, gli indispensabili esistono, forse non sul breve periodo, magari alla lunga e nelle urgenze, ma non sul singolo giorno, altrimenti quando mai potrebbero godere delle proprie ferie ?
Eppur ne godono.
So bene che questo mio, è fiato sprecato e che, come nelle giunte comunali, ognuno pensa a sè fregandosene della collettività, ma che ci piaccia o no, ne facciamo parte tutti e se oggi, ció che facciamo puó essere utile a noi stessi, se non pensiamo a tutta la comunità, prima o poi dovremo fare i conti con la realtà e forse tutto quel che avremo guadagnato con le nostre ingiustizie sarà insufficiente a salvare ció che resta e noi stessi.
Ciò che manca quindi, è il vecchio ma sempre attuale concetto della “Coscienza di Classe”, di cui erano già coscienti nel 600 A.C. grazie ai concetti così ben espressi da Platone, nel suo “Mito della Caverna” da cui ho preso spunto per
A questo punto chi vuole intendere intenda.
@DaniloMorchio

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